La storia del Circolo tra tradizione e rinascita

Il Cav. Federico Zamorani, nato il 21 Giugno 1866 da Pacifico e da Consola Foa, apparteneva alla ricca borghesia ebraica che nella Ferrara post-unitaria aveva avuto un importante ruolo nelle attività terriere e commerciali e nelle professioni.

Muore senza eredi, almeno così si è creduto per molto tempo, lasciando la proprietà del palazzo ai soci del Circolo dei Negozianti, invero una difficile eredità sotto il profilo giuridico, qualcuno, anzi, era arrivato a pensare ad una rinuncia di quel dono inaspettato ma tanto complicato da gestire.

Eppure, per merito del Sen. Emilio Arlotti e del Prof. Leopoldo Tumiati, si riuscì ad ottenere, con un decreto firmato da Vittorio Emanuele III e da Benito Mussolini, la trasformazione del Circolo in Ente Morale (2-5-1935, N.1139).

È bene ricordare che l’accettazione del legato comportò alcune significative conseguenze: impegno a non cedere il Palazzo a “chicchessia; obbligo di far eseguire da celebre scultore un busto in marmo ben rassomigliante”; apposizione di una lapide a ricordo dello Zamorani nella facciata del Palazzo.

La rappresentanza del Circolo volle subito affidare al celebre scultore ferrarese Arrigo Minerbi la modellatura del busto in gesso riproducente l’effige del testatore ma l’artista, per deficienza di materiale fotografico disponibile, rifiutò di eseguire la scultura.

Si cercò allora di raggiungere il medesimo obbiettivo attraverso un pubblico concorso bandito nel 1934. Ma i lavori prodotti da sette concorrenti non furono purtroppo ritenuti apprezzabili dalla commissione giudicatrice.

Nel dopoguerra, uno sconsolato autore di una monografia sul sodalizio, il Cav. Lino Genta, era costretto a scrivere: “La disposizione testamentarie dello Zamorani per la fattura del suo busto è tuttora incompiuta e forse lo rimarrà per sempre”.

Nel 1977 muore la signora Lorenza Bettini, sconosciuta figlia naturale dello Zamorani, e il Circolo eredita un grande ritratto ad olio su tela del padre.

Ora, finalmente, la disposizione testamentaria può essere onorata e il presidente pro-tempore, Comm. Duilio Bruno Zucchini, affida senza ulteriori indugi l’incarico alla scultrice concittadina Mirella Guidetti Giacomelli, che nel 1982 modella il busto in bronzo.

I locali del Circolo, ancora una volta, come in altre contingenze storiche, furono prima requisiti dal Comando germanico e, ad operazioni belliche concluse, dal comando inglese. Quando il circolo venne riconsegnato ai soci superstiti, nel 1946, restava ben poco dell’antica ricchezza.

Le stesse strutture del resto non passarono indenni dalla bufera dei bombardamenti del 1943-44. In una lettera del 26 Febbraio 1944 indirizzata al Sopraintendente ai monumenti di Ravenna la Ferrariae Decus segnalava il crollo parziale dei cotti della facciata e molti danni ai serramenti.

Naturale quindi che i pochi soci iniziali della ricostruzione, stretti attorno alla figura del Prof. Pio Barbieri, nuovo presidente, si dessero da fare per riportare il Circolo, con le scarse risorse finanziarie di un terribile dopoguerra, all’antico splendore.

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