Martedì 28 giugno a Palazzo Roverella avrà luogo la proiezione del film “Ossessione”(1943) di Luchino
Visconti a cui farà seguito martedì 12 luglio quella del film “Gli occhiali d’oro”(1987) di Giuliano
Montaldo.
Si tratta di due film importanti girati a Ferrara che il Centro Documentazione Studi e Ricerche
Cinema Ferrarese, promosso da CDS Cultura OdV e dal Circolo Negozianti che lo ospita nella sua Sede di
Palazzo Roverella, propone nell’ambito di un’iniziativa dal titolo “Ferrara: Ciak su un territorio”.
L’appuntamento è per le ore 21 nella Corte interna di Palazzo Roverella. Dopo il saluto istituzionale di
Paolo Orsatti Presidente del Circolo Negozianti, il critico e storico del cinema Paolo Micalizzi, che è anche
il Direttore del “Centro” dedicato al cinema ferrarese, introdurrà il film che è stato scelto in occasione degli
ottant’anni dal suo primo ciak. Esso avvenne, infatti, il 13 giugno 1942 e le riprese si protrassero fino al l O
novembre dello stesso anno. Gli esterni del film sono furono appunto ambientati a Ferrara e visionandolo
sono subito riconoscibili, fra l’altro, Piazza della Repubblica, il Castello Estense, via Saraceno, la stazione
ferroviaria. Alcune scene sono state girate anche a Comacchio e sugli argini del Po di Codigoro e di
Pontelagoscuro. La vicenda raccontata è ispirata al romanzo di James Cain “Il postino suona sempre due
volte” e la scelta di Ferrara fu derivata dall’intenzione di Luchino Visconti di ambientarlo nel mondo del
sottoproletariato padano. Il film è incentrato sulle vicende di un giovane vagabondo, Gino(Massimo Girotti)
, che nel suo peregrinare aniva nella trattoria del “Bragana” sugli argini del Po, (l’ubicazione è a Polesella),
diventa l’amante della moglie del padrone e viene istigato ad ucciderlo. Scoperti, lei muore in un incidente
d’auto durante la fuga sugli argini del fiume e lui viene arrestato dalla polizia che era sulle loro tracce. Il
film uscì nella primavera del 1943 destando scandalo, per cui fu ritirato dalle sale parecchie volte e non fu
neanche compreso dai critici di allora. Fu rivalutato da una recensione sul “Corriere padano” di Guido
Aristarco in cui affermava di considerarlo il film più significativo degli ultimi tempi e pertanto destinato a
rimanere nella Storia del cinema. Così come in effetti è avvenuto ed i suoi meriti sono riconosciuti da tutta la
critica.
Con quest’ altra iniziativa cinematografica che vuol mettere in rilievo i film più significativi del cinema
ferrarese e che si aggiunge a quelle relative alla visita al “Centro” di scuole, studiosi e cittadini interessati
alla documentazione iconografica e di studio del Centro Studi e Ricerche Cinema Ferrarese, e considerato
anche che sempre più esso stia diventando un set privilegiato nella realizzazione di nuovi film, Palazzo
Roverella si qualifica maggionnente come una Casa del Cinema per la Città.